INNOVAZIONI

La scienza della luce

È risaputo che un aumento o una diminuzione della luce possano avere effetti drammatici sull’umore, le sensazioni e le emozioni provati dalle persone. E si tratta di un argomento che Mazda studia da tempo, visto che ambisce ad offrire a chi utilizza le sue auto un’esperienza sempre migliore.

L’evoluzione della luce

La luce influenza anche il nostro ritmo circadiano o “orologio interno”, che regola il ciclo sonno/veglia, migliora le nostre funzioni cognitive e ci rende più attivi. L’utilizzo della luce in un qualsiasi spazio utilizzato dall’uomo è proprio la specializzazione della psicologa dell’ambiente Dott.ssa Sally Augustin, che consulta sia individui che organizzazioni al fine di svolgere delle ricerche che abbiano come obiettivo la creazione di ambienti ottimali, in cui le persone possano dare sempre il meglio. “Parte del mio lavoro riguarda la comprensione di come il mondo fisico intorno a noi influenzi anche i nostri processi mentali”, sostiene.

“La luce determina il nostro umore, che a sua volta ha un effetto sul modo, più ampio o più restrittivo, in cui pensiamo.”

Dott.ssa Sally Augustin, Psicologa ambientale

Il comportamento dell’uomo è influenzato da due elementi della luce: la sua intensità e la temperatura di colore. Gli studi fatti dimostrano che se la luce più fredda incrementa i livelli di attenzione e di concentrazione, quella più calda promuove il rilassamento e il comfort. Come anche molti altri psicologi del suo campo, la dottoressa Augustin crede che le nostre reazioni alla luce risalgano alle prime esperienze fatte dalla specie umana. “All’alba e al tramonto, la transizione della calda luce naturale ci accompagna nel ciclo sonno/veglia. Ma la luce diventa più fredda nel cuore della giornata, proprio quando dobbiamo essere più produttivi”.

Quest’influenza sui ritmi circadiani è così ben documentata che ha portato al concetto d’illuminazione “umano-centrica”, ovvero dell’utilizzo di un’illuminazione artificiale che imiti l’evoluzione della luce naturale anche negli ambienti interni. Molti ingegneri, designer e architetti hanno già sfruttato l’illuminazione umano-centrica per illuminare al meglio gli spazi, ottimizzando le prestazioni di chi li abita (ad esempio stimolando il processo di guarigione dei pazienti negli ambienti medici).

Riflessi architettonici
Alcune delle costruzioni più innovative degli ultimi anni – come il “Gherkin” di Londra – sfruttano la luce naturale come elemento integrante del loro design; ciò riduce i consumi energetici, a vantaggio della sostenibilità ambientale. Tuttavia, la luce artificiale è altrettanto importante nella progettazione ed è un elemento portante degli elementi interni quanto di quelli esterni.

Immagine: Alev Takil (Unsplash)

Seagram Building di Ludwig Mies van der Rohe, New York, Stati Uniti
Mies van der Rohe, considerato uno dei pionieri dell’architettura moderna, divenne uno dei primi architetti a collaborare con Richard Kelly, celebre consulente di progettazione illuminotecnica architetturale. Fu l’inizio della progettazione illuminotecnica contemporanea.

Immagine: William Zbaren

Watercube (presso il Centro nazionale di nuoto) di PTW Architects, Pechino, Cina
Costruito per i Giochi olimpici estivi del 2008, vanta una facciata illuminata internamente da quasi mezzo milione di luci LED Cree XLamp che si accendono dopo il tramonto. Il colore delle luci è controllato da un sistema di programmazione informatica capace di interpretare le emozioni del pubblico su Sina Weibo, la rete di social media più importante in Cina.

Immagine: Zhou Ruogu

Mood Ring House di Silo AR+D, Arkansas, Stati Uniti
Si tratta di un’abitazione familiare sperimentale progettata dal suo proprietario le cui luci sono controllate da smartphone e che possono essere adattate al variare dell’umore di chi vi abita. Ad esempio, un colore rosso acceso avverte i vicini che il volume della loro musica è troppo alto.

Immagine: Timothy Hursley

Städel Museum Extension di Schneider+schumacher, Francoforte, Germania
Questa galleria underground costruita sotto il prato dello Städel Museum è illuminata da un insieme di 200 lucernari circolari e di luci artificiali. È stata descritta dalla stampa come “un gioiello luccicante di giorno e una pozza di luce di notte”.

Immagine: Shutterstock

Per sostenere questi ambiti, la CIE (la Commissione internazionale sull’illuminazione) ha investito più di vent’anni a definire un sistema che misuri la radiazione ottica, ovvero proprio la luce, e le reazioni che questa provoca. Queste linee-guida tendono a replicare in modo opportuno livelli adeguati d’illuminazione in ciascun ambiente.

“La luce coinvolge ogni aspetto della vita. Il futuro non ha limiti.”  

Dott. Tim Brown, Professore di neuroscienze, University of Manchester

“L’illuminazione gioca un ruolo fondamentale per le persone, ovunque esse siano: a bordo di un veicolo, a scuola, a casa o presso un ospedale”, sostiene il dottor Tim Brown, Professore di neuroscienze presso la University of Manchester. Le sue ricerche sui ritmi circadiani hanno contribuito in modo sostanziale alle misure adottate dalla CIE. “I designer di illuminazione, gli ingegneri elettrici e gli architetti possono fare riferimento a questi dati per sapere quanta luce dovranno rendere disponibile, e a che lunghezza d’onda, a seconda dell’ambiente che stanno progettando”.

Le ricerche Mazda sull’illuminazione

Gli effetti psicologici e fisici della luce non sono passati inosservati nemmeno a Hiroshima. Kenta Kubo, Technical leader presso il Craftsmanship Development Group di Mazda, e il suo team hanno condotto degli studi indipendenti sulla luce e su come questa influenzi il comportamento e l’umore delle persone. “Con una migliore comprensione delle caratteristiche della percezione, delle emozioni e delle caratteristiche cognitive umane, e incorporandole nei nostri veicoli, puntiamo ad offrire al pubblico delle automobili che attivino il corpo e la mente”, spiega.

“Volevamo capire come ciascun colore viene percepito in modo diverso dall’occhio umano.”

Kenta Kubo, Technical leader presso il Craftsmanship Development Group di Mazda

Questo concetto di tradurre emozioni e di trasformarle in progettazione di prodotti viene chiamato ingegneria kansei, ed è qualcosa cui Mazda si dedica da decenni. I primi passi verso l’ingegneria della luce kansei di Mazda furono fatti a seguito di una conversazione fra Kubo e i suoi colleghi Keiichiro Yamamoto e Danjoh Hiroki, che notarono come le luci LED presenti in vari punti dell’abitacolo potessero assumere colori diversi. Questo “rumore virtuale” può distrarre gli occupanti, perciò emerse il desiderio di capire come le persone riconoscono gli input visivi e la temperatura dei vari colori. Tale studio venne condotto in una camera oscura, dove furono misurate luminosità e cromaticità. “Volevamo capire come ciascun colore viene percepito in modo diverso dall’occhio umano”, dice Kubo. “Quello che più di tutto mi ha sorpreso è che gli esseri umani percepiscono varie versioni di bianco”.

L’esperimento Mazda

I cerchi rossi sullo spettro cromatico qui rappresentato mostrano varie sfumature di luce bianca. Nelle Mazda CX-30, MX-30 e Mazda3, Mazda ha affinato tali sfumature per avvicinarle quanto più possibile fra loro, ottenendo un abitacolo più raffinato.

Una volta completato lo studio, il team iniziò ad applicarne i risultati all’impianto d’illuminazione interna delle recenti Mazda3, Mazda CX-30 e Mazda MX-30. Il colore selezionato era il bianco. “L’occhio umano è estremamente sensibile al tipo di bianco che Mazda intende ottenere”, sostiene Kubo. Il team ha regolato e unificato il colore e la sua luminosità adattandoli ai comandi dell’abitacolo e al cruscotto. I dati di percorrenza, molto importanti per chi guida, sono quelli più luminosi, mentre il resto dell’illuminazione interna è ridotta. Di conseguenza lo spazio dell’abitacolo assiste il campo visivo del conducente riducendone il disturbo a livello visivo, e permettendo al conducente di sentirsi rilassato ma concentrato, anche in orari notturni.

Le luci bianche sono state uniformate e il cruscotto è stato illuminato, per ottimizzare la visione del conducente.


Testo Charlotte Briggs

per saperne di più

Una vita più luminosa

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